18 luglio
I SACCHI DI SABBIA/ COMPAGNIA LOMBARDI-TIEZZI
I Sacchi di Sabbia
ANDROMACA
da Euripide
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano
con il sostegno di Mic, Regione Toscana
uno spettacolo di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia
Andromaca è un testo decisamente anomalo nella produzione euripidea: non vi si staglia alcun protagonista, nessun dio compare, come pure nessun “eroe tragico”; il mondo, svuotato di presenze eccezionali, sembra ospitare solo uomini incapaci di decidere del proprio destino. Le speranze si alternano alle tragiche disillusioni, in una danza meccanica, così macabra e spietata da sembrare comica.
Dopo i Dialoghi degli Dèi, Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia tornano insieme su un classico dell’antichità, esplorando i confini tra comico e tragico. La migliore descrizione di questo spettacolo è quella vergata da un critico teatrale: “Si ride molto, perché tutto è spinto al paradosso, con una asciutta raffinatezza che si permette a volte sgarri scatologici. Tutto passa anche attraverso i volti degli attori, da quelli volutamente sbiaditi delle serve, a quello di una Andromaca in carne e en travesti che rievoca passati splendori dall’attuale condizione di serva, allo spiritato Menelao di Giovanni Guerrieri, un incrocio tra D’Artagnan e uno scapigliato milanese d’antan sull’orlo della tisi. Da morire dal ridere”. (Massimo Marino)
Dopo i Dialoghi degli Dèi, Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia tornano insieme su un classico dell’antichità, esplorando i confini tra comico e tragico. La migliore descrizione di questo spettacolo è quella vergata da un critico teatrale: “Si ride molto, perché tutto è spinto al paradosso, con una asciutta raffinatezza che si permette a volte sgarri scatologici. Tutto passa anche attraverso i volti degli attori, da quelli volutamente sbiaditi delle serve, a quello di una Andromaca in carne e en travesti che rievoca passati splendori dall’attuale condizione di serva, allo spiritato Menelao di Giovanni Guerrieri, un incrocio tra D’Artagnan e uno scapigliato milanese d’antan sull’orlo della tisi. Da morire dal ridere”. (Massimo Marino)